“MAGIE PER UOMINI TRISTI” premiato al Roma Comic Off Festival 2018
Posted on 06/10/2018 by Staff_Albero
Quando siamo giù e ci sembra di non avere neanche la forza di eseguire le attività più semplici; quando non si vede via di uscita da una vita oppressiva e una madre invadente, cosa fare? Optare per la magia! Proprio il soprannaturale sarà il protagonista e il tema principale di questa commedia, Magie per uomini tristi, scritta e diretta da Rosario Mastrota, in scena al Teatro Porta Portese a Roma all’interno del Roma Comic Off Festival. Gli attori fanno parte della Compagnia del Teatro dell’Albero di San Lorenzo al Mare (Imperia). La commedia ha vinto il premio assegnato dai critici e dai direttori dei teatri: una settimana di programmazione nella stagione 2019/2020 del Teatro Marconi di Roma. Nomination tra le prime tre anche per la scenografia di Carlo Senesi. La proclamazione è avvenuta il 30 settembre nella Notte dei Cocci presso il Teatro dei Servi di Roma.
Torniamo allo spettacolo. Il sipario si apre su una cucina dove Salvatore (Paolo Paolino) mangia di nascosto una mela, dopo essere ritornato dal supermercato e aver nascosto l’ennesimo pacchetto di fazzolettini all’interno di un armadietto. Sembra un maniaco dell’ordine all’inizio, ma in realtà compie dei gesti di routine, assuefatto dai comandi della madre che, in un simpatico dialetto napoletano, gli dice: cosa deve mangiare, cosa deve fare, quando andare a dormire. Controlla se finisce il pasto e gli sta sempre addosso. E certo Salvatore non è un uomo di primo pelo, anzi … Non ne può più di vivere con questa madre opprimente e asfissiante. Convinto che lei sia paralizzata su una sedia a rotelle e bisognosa di cure e di amore, non riesce a lasciarla. Non lavora, non ha una donna, non ha amici, è in totale balia e compagnia della madre. È un uomo triste, depresso e sconsolato.
A volte pensa di farla fuori, ma la soluzione migliore diventa comprare un bel libro di magie e recitarne una per trasformare in carne ed ossa una delle due bambole – una mora e una rossa – che custodisce gelosamente. Inizialmente, la magia sembra non funzionare, ma poi… da solo che era si ritrova in doppia compagnia! E l’atmosfera sul palcoscenico cambia: dai toni tristi e malinconici del difficile rapporto tra madre e figlio a scene danzanti, ironiche, irriverenti e perché no, anche ammiccanti. Le due bambole – interpretate da Loredana De Flaviis e Consuelo Benedetti – non sanno neanche camminare e si muovono in maniera goffa sul palcoscenico, ma non sono affatto delle sprovvedute.
Dall’aura grigia si passa ad un clima esoterico, allegro, giocoso e “cooperativo”. Salvatore non si sente più solo e sua madre Concetta (Franco La Sacra), da nemica delle due nuove donne, diventa poi premurosa con loro, condividendo la stessa tavola e lo stesso cibo.
Le “bambole” sembrano inizialmente contendersi Salvatore, elaborando un piano: uccidere la madre. Poi invece si alleano e come in una commedia degli equivoci, Salvatore, da beato tra le donne passa a “maledetto” dalle donne. E non c’è un vero e proprio happy end, anzi, appare un elemento noir e una fine inaspettata che sorprende il lettore.
In tutta la commedia sono sapientemente dosati il realismo e le visioni, i momenti di risata pura e quelli di riflessione più amara. Un’altalena di toni e umori che tiene viva l’attenzione dello spettatore e rende la rappresentazione scorrevole e a portata di tutti.
Semplici le battute, facilmente comprensibili i meccanismi psicologici alla base delle azioni e grande affiatamento tra gli attori sul palcoscenico. Ottima anche la regia e il gioco delle luci: l’alternanza del buio e dell’illuminazione accentua lo stato d’animo dei personaggi e, unita alle musiche, diventa coprotagonista nella seconda parte della rappresentazione.
L’allestimento e la scenografia sono semplici ma curati nei particolari. Una menzione di merito a tutti gli attori per la presenza scenica e il carisma.